“Dove non c’è legge, non c’è libertà” recitava a gran voce il filosofo di Wrington, il liberale John Locke. Sì perché la libertà non è la presunzione di agire come si vuole, ma il diritto di farlo nel nome di leggi che tutelano il nostro arbitrio dalla volontà dei più forti.
In questo “tiro alla fune” ho deciso di parteggiare per il riscatto della verità, e non per il trionfo della forza, scommettendo tutta la partita sulla pedina della giustizia, su quella simbolica dea bendata che copre fiera i suoi occhi per essere imparziale e che regge, in perfetto equilibrio, la sua bilancia a due bracci per soppesare il giusto valore dell’equità. Dalla volontà di far rispettare i diritti altrui secondo la ragione e la legge ho intrapreso il mio percorso di “avvocatura”.
E non a caso ho utilizzato il suffisso –ura che il dizionario si appresta a definire come: suffisso che, applicato a sostantivi, conferisce ad essi valore collettivo o astratto. Come l’astrazione dei primi passi mossi da praticante in erba in una “collettività” di praticanti anonimi, poi la gavetta, l’ostinazione e, infine, la sfida vinta di diventare un avvocato al fianco di altri avvocati. In fondo le sfide più belle si vincono nella reciprocità, e non nelle gerarchie. Dieci anni trascorsi in uno degli studi legali penalistici più rinomati e prestigiosi di Napoli, anni di formazione, di crescita e di vittorie personali. Nella vita, poi, arriva sempre quel momento in cui devi decidere quale strada avere il coraggio di imboccare e quando qualcuno mi chiedeva: “E adesso che farai?”. Ho scelto di non abbandonare la mia terra, una Campania che ride senza nascondere le sue lacrime, ho scelto di diventare moglie, madre di due splendidi bambini, di continuare a seguire le mie ambizioni e i miei sogni e ho scelto di aprire, qui a Napoli, il mio studio legale MGS, battezzato sulla sua targhetta semplicemente con l’acronimo del mio nome, Maria Grazia Santosuosso. Oggi, invece, prende vita una nuova idea “nel cassetto” e nasce dal piacere di sfruttare l’apertura sul mondo che solo l’estensione tecnologica della rete può offrirci. Uno studio online che corre parallelamente a quello fisico attraverso l’ideazione di un sito internet e del suo “news-box” concepito come luogo di interazione e divulgazione virtuale, di condivisione di informazioni, sentenze e notizie, ma soprattutto uno spazio che vuole “democratizzare” la conoscenza delle leggi, cioè renderle raggiungibili e familiari anche a un pubblico semplicisticamente definito di “non addetti”. Perché se è vero che la legge non ammette ignoranza, o per dirla con una locuzione latina ignorantia iuris non excusat, è anche vero che il sapere rende gli uomini liberi.