Ogni parlamento eletto, nei limiti della costituzione, fa le leggi che gli pare. Però, vi prego, questa non chiamatela legge sui Rave Party. È una bugia, un’invenzione giornalistica, una volgare mistificazione.
Per perseguire e punire i festini musicali abusivi su suolo pubblico o privato esiste già una legislazione vigente e soprattutto proporzionata al reato, è l’art. 633 del codice penale.
Questa di fronte alla quale ci troviamo è invece una legge che serve a comprimere il diritto di riunione.
Infatti da nessuna parte nel decreto si fa riferimento al carattere ludico ricreativo dell’evento da perseguire.
Cioè capiamoci bene: se domani anche solo 50 cittadini si radunano in un parco per protestare e fare una pubblica assemblea su un argomento come il Caro Bollette o contro l’intervento in guerra dell’Italia, o contro le tasse questi cittadini rischiano 6 anni di galera. Esattamente cioè come funziona nella Russia di Putin.
La nostra Costituzione con l’art. 17 garantisce la libertà di riunione del cittadino. Riunirsi infatti non prevede autorizzazione, ma solo preavviso all’autorità competente che può vietarlo solo ed esclusivamente “per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”.
In questa legge invece si vanno a dare 6 anni di carcere per un raduno “quando dallo stesso può derivare un pericolo”. Avete capito? “Può”. Cioè il pericolo non è comprovato, concreto, reale bensì ”può”, a discrezione di un funzionario di polizia. Sei anni di galera per un ipotetico pericolo immaginato da un poliziotto.
Questa legge, che invece di seguire un normale iter parlamentare è stata introdotta con la scorciatoia del decreto legge, rappresenta l’ingresso in uno Stato di Polizia. Altro che bollette, famiglia e sviluppo. Le priorità di questo governo cominciano ad essere ben chiare a tutti già dal primo decreto legge.