Da Avvocato, da Legale iscritta nella lista dell’Istituto del Gratuito Patrocinio e da cittadina italiana, non mi hanno lasciato indifferenti le dichiarazioni, in tema di immigrazione, rilasciate dal neo Ministro dell’Interno e Vice Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Salvini, a un giornalista del Corriere della Sera che recitano più o meno così: “In Italia c’è una lobby che si sta arricchendo in modo che non ritengo opportuno” – ossia la lobby degli avvocati d’ufficio- “Nel 2018 le domande di asilo respinte sono state il 58%. Il problema è che il 99% dei respinti fa ricorso pressochè in automatico, perché lo Stato garantisce un avvocato d’ufficio che paghiamo tutti noi”.
Sulla base imprecisa delle sopracitate asserzioni occorre, in primis, chiarire la natura diversificata di due istituti giuridici a sè stanti, quali la difesa d’ufficio (che è garantita a chi, indipendentemente dal reddito, sia stato citato in giudizio in un processo penale ma non abbia ancora provveduto a nominare un proprio legale) e il patrocinio a spese dello Stato, impropriamente conosciuto anche come “gratuito patrocinio”(che consiste nel riconoscimento dell’assistenza legale gratuita, a carico dello Stato, a favore dei non abbienti – poveri e bisognosi- che intendono promuovere un giudizio o che debbano difendersi davanti al giudice e il cui red
dito annuo non supera 11.369,24 euro). Finalità diverse ma accomunate da un obiettivo unico, ossia il diritto personale alla difesa, quel diritto che l’art. 24 della Costituzione italiana definisce INVIOLABILE e che le affermazione del Ministro, invece, attaccano e mettono sotto accusa. Perché se la legge è uguale per tutti, deve esserlo anche la tutela e la salvaguardia dei diritti umani dinanzi ad essa, e l’art. 3 della Costituzione è la preziosa testimonianza di ciò: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Quello che “paghiamo tutti noi”, riprendendo una frase dell’estratto, è una libertà che non tutti hanno il privilegio di permettersi a proprie spese, è un dovere all’eguaglianza e alla dignità.
A conclusione di questo articolo condivido e faccio mio il pensiero, incisivo ed elegantemente arguto, espresso in un post del 13 giugno dal collega Hilarry Sedu :
Alla cortese attenzione del Ministro dell’Interno.
Lo scrivente, in qualità di membro eletto del Comitato per le Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli, con la presente precisa che alla luce delle Sue dichiarazioni di oggi su il “Corriere
della Sera” in materia di richiedenti asilo e di “lobby degli avvocati difensori d’ufficio”, giova evidenziare che l’istituto del patrocinio a spese dello Stato nasce dal principio Costituzionale per cui tutti possono agire in giudizio per la tutela dei propri diritti, ossia che la difesa è un diritto inviolabile, e pertanto sono assicurati ai non abbienti i mezzi per difendersi davanti ad ogni giurisdizione.
Oltretutto, non pare irrilevante sottolineare che non esiste alcuna “lobby di avvocati” e che le sue insinuazioni sono inappropriate e gravemente lesive del decoro professionale per l’Avvocatura tutta.
Altresì, giova significare che la sua “ambizione” di limitare il suddetto istituto comporterebbe una profonda lesione del diritto di difesa di ogni cittadino italiano, ricordandole pertanto che l’istituto non è mai stato e non potrà mai essere oggetto di tutela esclusiva dei cittadini immigrati, giacché questo mira alla tutela indiscriminata di tutti i cittadini presenti sul territorio dello Stato italiano.
Se il mandato conferitole dal Popolo italiano è quello di salvaguardia primaria od esclusiva degli interessi degli italiani, allora mi preme rappresentarle che la sua idea di repressione dell’istituto del “gratuito patrocinio” è palesemente in lesione dei principi Repubblicani del giusto processo, del diritto alla difesa e soprattutto in lesione del supremo interesse del Popolo italiano.
Cordiali Saluti.
Un italiano NERO.