L’astensione non è una risposta

Da un grande potere derivano grandi responsabilità”. Non è una frase di un grande filosofo della Grecia Antica, e nemmeno di Arthur Schopenhauer o Jean-Jacques Rousseau. L’autore di questo aforisma è Spiderman. Sì, avete capito bene: l’Uomo Ragno, il supereroe. Spesso finanche nei fumetti si può rintracciare della saggezza. A me questa frase così sintetica riporta immediatamente alla politica. Forse quando si evoca “un grande potere” ci si immagina subito quello di un Primo Ministro, di un Capo di Stato, di un Papa o d’un Capitano d’Industria (tanto per restare nel lessico dei fumetti). Io invece penso immediatamente al potere di noi cittadini.


Quel potere cioè da cui, in democrazia, discendono tutti gli altri: il potere di voto.
Cioè ciò che ci rende più evoluti dei cittadini di Stati dittatoriali, teocratici o oligarchici. Quel potere ci dà una grande responsabilità: individuare l’intera classe politica che guiderà il nostro Paese e quindi condizionare una parte consistente dei nostri destini e delle nostre vite.
Spesso però alle persone “semplici”, tanto per usare un eufemismo, piacciono i poteri ma non piacciono le responsabilità. Prima votano la feccia di questo Paese per rappresentarci e poi se ne lamentano additandoli come un manipolo di impostori mandato dal destino, da Dio, dal cielo o da chissà chi.
Smettiamola una volta per tutte di lamentarci, di puntare il dito contro i politici per scrollarci la responsabilità che invece dovremmo assumerci.
E smettiamola anche di dire che la cosa migliore è non votare, perché l’astensione è una dichiarazione di incapacità totale ad individuare una donna o un uomo di valore, di grande onestà e competenza da mandare in parlamento. Come a dire: politicamente sono un minus habens quindi non voto.
Chi non vota ammette di non essere in grado di farlo, di essere politicamente minorenne. In tutte le elezioni c’è sempre qualcuno che merita. Infatti ci lamentiamo sempre del numero abnorme di candidati. Un preghiera: stavolta, a settembre, senza affliggerci il cuore con un lamento continuo, individuate un buon candidato, uno che vale la pena e, anche se non è l’amico di vostro cugino, votatelo lo stesso.

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